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  • ariannamelis28

Autumn e Winter Blues: il Disturbo Affettivo Stagionale

Aggiornamento: 18 set 2020




I colori della natura che virano verso l’arancio e il rosso, le foglie che cadono, la luce delle giornate che si fa morbida e le temperature che diventano miti e gradevoli: l’estate sta sfumando verso l’autunno, per la gioia di chi ama questa stagione.

Vi sono tuttavia persone per le quali l'autunno è un momento particolarmente difficile perché teatro abituale di un particolare tipo di disturbo dell’umore: il Disturbo Affettivo Stagionale, in inglese detto SAD (Seasonal Affective Disorder).


Nonostante se ne senta parlare poco, si calcola che la depressione stagionale possa essere addirittura più frequente rispetto alle forme depressive non stagionali.

È quindi importante conoscerla, per identificarne tempestivamente un eventuale esordio in noi e nei nostri cari e poter agire di conseguenza.


I sintomi della SAD si manifestano in momenti che variano da persona a persona. Per alcuni individui l'inizio del malessere si colloca ad autunno inoltrato, per altri a inizio inverno.

I sintomi potrebbero avere un inizio sottotono e diventare più marcati e invalidanti con il progredire della stagione, per poi risolversi con l’arrivo della primavera e dell’estate.




Cos’è?


È una particolare forma di depressione ad andamento ciclico.

La diagnosi di SAD viene posta se la persona presenta i sintomi di una depressione maggiore che mostra la tendenza a presentarsi regolarmente per almeno due anni, in coincidenza con una specifica stagione dell'anno.

Le stagioni che tipicamente fanno da sfondo a questo tipo di disturbo sono l’autunno e l’inverno, sebbene la primavera e l'estate non siano esenti dal problema.




Come si presenta?

Con sintomi di vario genere, che coinvolgono i seguenti ambiti:


Umore. L’umore potrebbe subire un calo importante e prolungato nel tempo. Ci si sente particolarmente irritabili o ansiosi, in preda ai sensi di colpa e tendenti al pianto.


Sonno. Si potrebbe notare un cambiamento nel sonno: le ore di sonno notturno tendenzialmente aumentano, il risveglio diventa particolarmente faticoso e, nonostante l’incremento delle ore di sonno notturno, durante la giornata ci si potrebbe sentire molto affaticati e trovare difficile concentrarsi nelle attività quotidiane. Come conseguenza di tutto ciò è probabile che ci si ritrovi a dormire durante il giorno senza per questo necessariamente ottenere dei benefici in termini di recupero di energie.


Cibo. L’appetito potrebbe aumentare e orientarsi verso cibi ad alto contenuto calorico, quali carboidrati e alimenti zuccherini. con un possibile aumento di peso.


Attività piacevoli. Potrebbe verificarsi un calo importante o una perdita completa di interesse nei confronti del sesso, delle interazioni sociali e di altre attività che fino a quel momento erano considerate gradite e piacevoli.




Chi è più predisposto a soffrire di SAD?


- Chi ha una storia familiare di depressione

- Chi soffre di depressione o di disturbo bipolare e che quindi in questa stagione potrebbe avvertire un peggioramento dei sintomi depressivi

- Chi vive in zone distanti dall’equatore: vivere lontano dall’equatore (sia al nord che al sud) aumenta la vulnerabilità alla SAD

- Il sesso femminile. La SAD viene diagnosticata più frequentemente nelle donne

- I giovani adulti. Questa fascia di popolazione sembra essere più a rischio di sviluppare la SAD, la quale, è opportuno sottolinearlo, può colpire anche bambini e adolescenti




Perché accade?


È innanzitutto importante ricordare che i disturbi psicologici e fisici sono nella maggior parte dei casi il risultato di cause di diversa natura che si intrecciano tra loro. Questo fenomeno viene descritto in modo chiaro dal modello biopsicosociale, il quale mette l’accento sul fatto che mente, corpo, ambiente (il quale include la rete delle relazioni nelle quali siamo inseriti) si intrecciano continuamente nei modi più svariati nel corso della vita, dando origine a salute e malattia, benessere o difficoltà di vario tipo.


Per quanto riguarda la SAD, le cause non sono state ancora chiarite, ma finora la ricerca mostra come le componenti biologiche giochino un ruolo importante nell’origine del disturbo.

Nelle persone che soffrono di SAD potrebbero esserci infatti problemi nella regolazione della serotonina (uno dei neurotrasmettitori del buonumore) e nella produzione di vitamina D.

Allo stesso tempo sembrerebbe verificarsi un aumento nella produzione della melatonina, legato all’accorciarsi delle ore di luce, con un conseguente cambiamento nei ritmi circadiani.




Cosa fare?


Prima di tutto è importante tenere a mente che tristezza e depressione non sono la stessa cosa, ed è quindi bene imparare a distinguere tra le due. La tristezza è un’emozione normale e importante nell’esperienza umana. È parte imprescindibile della vita ed è bene accettarla e restare in ascolto di quello che stiamo sentendo. Anche le emozioni meno gradevoli hanno qualcosa da raccontarci di noi stessi e di quello che stiamo vivendo e possono indirizzarci verso notevoli miglioramenti nel nostro percorso di vita.

Sentirsi occasionalmente tristi non significa necessariamente essere depressi.

La depressione è un disturbo, non un'emozione. Significa che il clinico valuta la presenza di specifiche caratteristiche, quali la gravità della condizione, la durata dei sintomi e il disagio e la compromissione che questi portano nella vita della persona.


Tuttavia, è necessario prestare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme, che indicano che potrebbe essere il momento di chiedere aiuto.

Se l’umore rimane basso per molto tempo, se trovare la motivazione per portare avanti le attività quotidiane è un esercizio sempre più difficoltoso, se si ha la sensazione che non ci sia speranza, se nel sonno e nell’alimentazione si verificano dei cambiamenti importanti e ci si trova sempre più frequentemente a ricorrere ad alcol o altre sostanze, è fondamentale confrontarsi col proprio medico di famiglia, per valutare assieme la possibilità di rivolgersi a un professionista della salute mentale.


Stare meglio è sempre possibile, anche quando sembra un obiettivo irraggiungibile.



Fonti:


Foto di Ellie Burgin

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